Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Il governo approva il ddl sull'Università della Gelmini

Questa mattina il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al disegno di legge sull'università del ministro Mariastella Gelmini. Precarietà, logica meritocratica, disciplinamento: queste le linee-giuda di una riforma sempre più tesa a rendere gli atenei bacini di una forza-lavoro intellettuale "naturalmente" precaria e flessibile.

La figura del ricercatore diventa a tempo determinato, cambiano le modalità di elezione dei rettori, arrivano il fondo per il merito degli studenti più bravi e anche i fantomatici "codici etici". Entro 180 giorni le università dovranno quindi rivedere i loro statuti, snellire consigli di amministrazione e senato accademici, ridurre le facoltà, inserire personale esterno nei nuclei di valutazione.

E quindi: più test d'ingresso, accorpamenti territoriali e disciplinari, cancellazione di interi percorsi di studio. Passaggi già ampiamente posti in essere dalle varie "autonomie" universitarie locali che da oltre un decennio hanno trasformato gli atenei in un'istituzione ibrida, per metà avamposto statale per metà impresa.

La parola torna ora alla mobilitazione, visto che l'applicazione dovrà essere applicata lungo una durata di 6 mesi. E dovranno allora essere 6 mesi di battaglia, di resistenza ma anche di attacco, per scardinare dal di dentro l'applicazione di una riforma che tenteranno d'applicare non col bastone dell'imposizione ma coi meccanismi melliflui e trasparenti della governance accademica.
http://www.infoaut.org/articolo/il-governo-approva-il-ddl-sulluniversita-della-gelmini

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