C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Da gennaio a ottobre nelle carceri italiane sono morti 146 detenuti, di cui 59 per suicidio.

La documentazione al riguardo è visibile a questo indirizzo: http://www.ristretti.it/areestudio/disagio/ricerca/index.htm



La morte di Stefano Cucchi e l’ondata di indignazione al riguardo, soprattutto dopo la pubblicazione delle sconvolgenti immagini del suo corpo martoriato, sono un fortissimo e drammatico richiamo alla realtà: per tutti coloro che si occupano di carcere, per lavoro o per impegno civile, ma anche per chi ne sente parlare soltanto dai giornali e soltanto quando in carcere finiscono persone “famose”. Ma la realtà del carcere ha poco a che spartire con il mondo “leggero” dei rotocalchi, è una realtà dura e “cattiva”.

Quando il sistema penitenziario italiano viene definito “fuori-legge”, “illegale”, “incivile” (parole più volte usate dallo stesso Ministro della Giustizia), vuol dire che la sofferenza di chi sta in carcere supera il livello ritenuto ammissibile, che la “pena” diventa “supplizio”.

Soffrono in primo luogo i detenuti, ma soffre anche la polizia penitenziaria, che nell’ultimo mese ha “pagato” con tre suicidi lo stress di un lavoro sempre poco riconosciuto. E dove gli agenti “stanno male”, devono fare turni di 12 ore, e via dicendo, non ci sarà un “bel clima” neanche per detenuti.

Il “Bollettino degli eventi critici negli Istituti penitenziari” (realizzato dal Ministero della Giustizia) è un documento conosciuto solo dagli addetti ai lavori: parla di morti, suicidi, autolesionismi, scioperi della fame, ma anche di proteste collettive ed evasioni. Lo alleghiamo al dossier “Morire di carcere” di questo mese, in modo da fornire anche un riscontro “ufficiale” al nostro monitoraggio.

Nel “bollettino” del Ministero c’è una serie storica dei decessi di detenuti, dal 1992 al 2008: mediamente ogni anno muoiono 150 detenuti, di cui circa un terzo per suicidio e gli altri due terzi per “cause naturali” non meglio specificate. Gli omicidi registrati sono 1 o 2 l’anno.

Con il nostro dossier cerchiamo di dare una lettura diversa a queste morti, distinguendo quelle causate da “malattia” da quelle per overdose (di droghe, di farmaci, di gas butano), ma anche segnalando i casi nei quali vengono aperte inchieste giudiziarie per l’accertamento delle cause di morte: sono le “cause da accertare”, che a volte rimangono tali finché cadono nel dimenticatoio (sulla morte di Marcello Lonzi, avvenuta nel 2003 nel carcere di Livorno, ancora non c’è una verità accertata).

Alleghiamo anche un altro documento, il riepilogo dei casi raccolti nel Dossier 2009 (non sono tutti quelli verificatisi, perché non sempre le notizie delle morti in carcere vengono divulgate. Noi raccogliamo le vicende segnalate dai media, dal volontariato, dai parenti dei detenuti, da qualche parlamentare particolarmente attento a queste problematiche, etc.)

Nel riepilogo si può notare, ad esempio, che i suicidi riguardano prevalentemente i detenuti più giovani; addirittura i 10 “morti di carcere” più giovani del 2009 sono tutti suicidi e 2 avevano solo 19 anni. Le morti per “cause da accertare” sono più numerose di quelle per “malattia”.

I dati complessivi del 2009 (aggiornati al 30 ottobre) denunciano un aumento di ben 20 suicidi rispetto ai primi 10 mesi del 2008, mentre il totale delle morti “di carcere” hanno già superato il totale dello scorso anno: 146 contro 142.



Il curatore del Dossier

Francesco Morelli


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