Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Brasile, indios Kayapò protestano contro nuova diga in Amazzonia

Il progetto devierebbe il corso del fiume Xingu distruggendone l’ecosistema

Inizia oggi la settimana di protesta degli indiani Kayapò contro la costruzione della diga sul fiume Xingu, in Amazzonia. Saranno almeno duecento gli indios coinvolti nelle manifestazioni contro il governo brasiliano, accusato di non aver discusso il progetto con la comunità indigena di Piaraçu. La diga devierà l'80 percento delle acque del fiume, con devastanti effetti su fauna e flora di almeno 100 chilometri delle rive abitate dai Kayapò.
L'associazione Survival International ha inoltrato formali proteste al governo, che ha inviato sul posto rappresentanti dei ministeri coinvolti nell'operazione. Ma ad aumentare la tensione ha pensato il ministro alle miniere e all'energia, Edison Lobão, secondo il quale "forze demoniache" sono all'opera per bloccare il progresso del Brasile. "Parole abiette e offensive nei confronti nostri e di tutti coloro che difendono la natura" ha risposto il leader dei Kayapò, Megaron Txucarramae.
La battaglia degli indios inizia nel 1989, anno in cui riescono a fermare un primo progetto di diga sullo Xingu. Vent'anni dopo chiedono al presidente Lula "che vengano condotti studi adeguati e venga aperto un dialogo con i popoli indigeni. Vogliamo partecipare a questo processo senza essere considerati demoni impegnati ad impedire il progresso della nazione".

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