Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Treni, il pericolo viene dalle porte


Numerosi gli incidenti,
anche mortali, provocati da malfunzionamenti d'apertura


alberto gaino
torino

Treni della tecnologia, porte automatiche che si aprono o chiudono imprigionando viaggiatori mentre il convoglio si avvia. Il sito www.macchinistisicuri.info dà notizia di numerosi incidenti provocati da «porte killer», alcuni dei quali mortali, parecchi con feriti gravi o seri, coinvolti anche un paio di capotreni di Trenitalia e uno di Ferrovie Nord (deceduto). Un anziano è morto ad Asti l’11 marzo scorso. A Torino, dicembre 2007, una turista francese di 22 anni ha perso le gambe: era scesa a Porta Susa e stava ritirando dalla carrozza l’ultima valigia quando il meccanismo di telechiusura della porta è scattato e ne ha imprigionato un braccio. La donna è rimasta appesa al treno che ripartiva e il risucchio l’ha trascinata sotto il treno. Terribile. Sarebbe stato sufficiente un sensore, come sugli ascensori, per evitare una tragedia.

L’inchiesta per l’incidente è tuttora aperta e la consulenza tecnica affidata dal pm Monica Abbatecola al professor Giorgio Chiandussi è stata completata con un’analisi molto netta sulla sicurezza delle porte automatiche dei treni passeggeri: solo quelle degli Etr sono sicure. Nel frattempo sono state aperte almeno altre 2 indagini dalla procura torinese per altrettanti casi di «porte killer», e per la stessa ipotesi di reato: lesioni colpose.

Il secondo incidente si è verificato a Porta Nuova nel giugno 2008: un viaggiatore ha cercato di salire su un treno che stava avviandosi, finendo sotto il treno pure lui. Il terzo fascicolo giudiziario è stato aperto nei giorni scorsi da Raffaele Gauariniello dopo aver ricevuto la querela di una signora: «Il 15 marzo scorso, alla stazione Lingotto tentavo di salire su un treno proveniente da Porta Nuova, diretta a Cuneo. La porta della carrozza si chiudeva improvvisamente schiacciandomi fra le due ante. Ho gridato con tutta la voce che avevo in gola e solo l’intervento di due passeggeri è riuscito a liberarmi dalla morsa mentre il treno si metteva in moto. Ho riportato contusioni alla spalla sinistra e all’anca destra....».

Anche un magistrato torinese è rimasto vittima l’anno scorso di un analogo incidente, per fortuna senza alcuna conseguenza fisica, mentre si recava da Torino in provincia: per quanto grande e grosso, ha avuto pure lui bisogno dell’aiuto di un altro viaggiatore e del capotreno per riuscire a disincastrarsi: «Il treno si era ormai messo in movimento». Il dossier di «macchinistisicuri» è impressionante: documenta casi mortali sin dal 1996 e incidenti provocati dall’improvvisa apertura delle porte automatiche con treni in piena corsa. Una viaggiatrice testimone oculare riferisce di aver visto spalancarsi le porte della sua carrozza in coincidenza del passaggio su un binario attiguo di un altro convoglio.

Se ne sta occupando anche l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie (Ansf). Ne dà notizia sul suo sito che informa del «confronto avviato con l’European Railway Agency (Era) facendo presente come il comportamento scorretto dei viaggiatori, che salgono e scendono dai treni in movimento, può essere origine di infortuni nei confronti degli stessi...». Tuttavia, per la morte di una viaggiatrice in una circostanza del genere, a Prato nel 2007, sono stati condannati dirigenti di Rfi e Trenitalia. Per quest’ultima il direttore generale per la sicurezza sino a un mese fa, Emilio Maestrini, indagato da Guariniello per la questione dei «tenditori» difettosi che possono provocare lo «spezzettamento» dei treni e ora in corso di sostituzione sui treni passeggeri.

Rispetto al fenomeno delle «porte killer» l’Agenzia ha comunque imposto a Trenitalia di adottare misure di sicurezza entro fine luglio. Un macchinista spiega cos’è cambiato: «Ora, se non ho la conferma del funzionamento del meccanismo del blocco porte installato sul locomotore, devo informarne per iscritto, con apposito modulo, il capotreno che a sua volta deve segnalare l’avaria alla sala operativa regionale. Il convoglio parte comunque, ma entro 48 ore deve essere sottoposto a manutenzione». Basterà ad evitare nuovi incidenti? Guariniello indaga a tutto campo.
lastampa.it

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