Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Stati Uniti: è tempo per la decriminalizzazione della marijuana

Notiziario Aduc, 27 agosto 2009



Editoriale della senatrice Democratica Jeanne Kohl-Wells e dell’ex deputato repubblicano Toby Nixon pubblicato on line sul quotidiano "The Seattle Times".

Noi sosteniamo la Senate Bill 5615: proposta che decriminalizza il possesso di marijuana (per gli adulti), elimina il carcere obbligatorio, imponendo una multa di 100 dollari, pagabile anche per posta. La proposta di legge è già stata esaminata da una Commissione bipartisan e sarà sottoposta allo scrutinio finale nel 2010.

Questa è una legge di buon senso specialmente in un periodo di crisi finanziaria. Un rapporto dell’ufficio finanziario rivela che se la legge passasse, lo Stato risparmierebbe 16 milioni in tasse e un milione nel prossimo anno fiscale. Di questo milione, 599 mila dollari andrebbero alle carceri statali, a sostegno anche dei centri di recupero per i tossicodipendenti.

La decriminalizzazione della marijuana non è una idea degli ultimi anni. Nel 1970, il Congresso istituì la Commissione nazionale sul consumo della marijuana. Un gruppo bipartisan di 13 persone, nove nominate dal presidente Nixon e quattro dal Congresso. Il rapporto pubblicato nel 1972 (Marijuana: A Signal of Misunderstanding") sorprendentemente raccomandò la decriminalizzazione. Il possesso personale di marijuana non dovrebbe più essere un reato; la distribuzione di piccole quantità, senza profitto, non dovrebbe essere più considerata un reato.

Dodici Stati hanno seguito la strada della decriminalizzazione. Il Nevada ha decriminalizzato la sostanza nel 2001e il Massachusetts nel 2008. Secondo l’Ufficio nazionale del Censo, il 35% della popolazione vive in Stati dove la sostanza è decriminalizzata, e il consumo non è aumentato in questi Stati così come non è aumentato negli Stati dove esiste la marijuana terapeutica o nelle città che abbiano adottato una politica "soffice" verso il consumo.

D’altra parte, l’inasprimento delle leggi contro la marijuana non ha raggiunto i risultati sperati. Dal 1992 al 2007 sono triplicati gli arresti per marijuana (il 47% di tutte le droghe): da 287.900 a 872.720. Di queste, l’89% riguardava solo il possesso.

Secondo uno studio di due Università di Washington: il prezzo della marijuana è sceso; la qualità è più "forte"; è più disponibile; il consumo è aumentato malgrado l’inasprimento delle leggi. Abbiamo prove decennali sul fallimento della criminalizzazione della marijuana. Continua ad essere pericolosa per la salute e la sicurezza pubblica. Ha minato il rispetto delle leggi, e soprattutto "marchia" penalmente le persone, tenendo anche conto che il 40% della popolazione prova la sostanza una volta nella vita. Questo non può significare che il 40% degli americani sono criminali. Speriamo che i cittadini di questo Stato aiutino l’approvazione della SB 5615, un passo per un approccio più economico, efficace al consumo della sostanza.

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