La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Cile, uno Stato nello Stato


I Mapuche disposti a chidere al governo di Santiago la creazione di uno Stato autonomo nel sud del Paese

Le continue polemiche che animano il rapporto fra il governo della presidente Michelle Bachelet e le comunità Mapuche cilene non fanno altro che dissotterrare un vecchio discorso a cui i leader indigeni sono molto affezionati: la creazione di uno Stato Mapuche indipendente.

La nascita di un governo autonomo da sistemare geograficamente nel sud del Paese sarebbe una soluzione al conflitto generato da quella che i Mapuche considerano un'usurpazione delle terre che abitano fin dal tempo dei tempi da parte delle grandi industrie idroelettriche e forestali.
La conferma arriva da uno dei leader Mapuche, Aucan Huilcaman, inizialmente perplesso sulla creazione di uno stato indigeno. ""Sarebbe possibile creare una nazione Mapuche dove si possa convivere in armonia e sotto una legislazione propria" dice Huilcaman.
Il leader non si ferma a questo e sottolinea come i Mapuche oggi siano il 10 percento dell'intera popolazione cilena.

Comunque, non è tutto oro quello che luccica. La gestione "politica" della comunità potrebbe, nonostante i buoni propositi, risultare particolarmente complicata. Forse è anche per questo motivo che a Gustavo Quilaqueo, indio Mapuche, è venuto in mente di fondare il primo partito politico della comunità indigena: il partito nazionalista Mapuche. Quilaqueo però è consapevole che le proposte che verranno presentate non godranno di molta considerazione da parte della politica cilena. Come avvenuto, purtroppo, in passato. Nonostante tutto, Quilaqueo è convinto che l'unica via possibile da percorrere per vedere lo sviluppo della comunità Mapuche e affinchè questa possa avere più voce nel capitolo sociale cileno, debba essere quella della lotta politica. E per farla ha deciso di iniziare la raccolta delle 5 mila firme necessarie per "legalizzare" il suo partito.
Il dibattito è aperto. La decisione dei nativi cileni potrebbe anche influenzare tutte quelle comunità indigene che all'interno dei loro paesi non trovano spazi sufficienti a garantire loro sviluppo sociale e culturale.
da peacereporter

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