C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Rifondazione non paga ...continua...


La seguente lettera ad uso interno degli iscritti del PRC è stata inviata dalla federazione di Roma a tutti i membri del Comitato Politico, lo scopo evidente è di costruire una propria versione dei fatti che giustifichi un comportamento che altrimenti sarebbe intollerabile per dei comunisti. Al di la delle palesi bugie e falsità (che di seguito smontiamo) è evidente che la nostra campagna contro l’ipocrisia sta colpendo nel segno. Seguimos en combate.

Care compagne e cari compagni,

Le vicende da cui trae origine la grave provocazione messa in atto dai soci della coop. Zona Rossa, con l’’affissione di manifesti che accusano Rifondazione Comunista di usare crumiri e affamare i lavoratori, hanno origine nel malcostume prodottosi all’interno della passata gestione della Federazione, in un utilizzo dissennato e personalistico delle risorse economiche, che ha portato la Federazione di Roma del PRC sull’orlo del disastro: purtroppo tra le mille miserie e le mille pendenze ereditate dal passato gruppo dirigente, questa è particolarmente grave perché offre la sponda per un attacco virulento al Partito da parte di soggetti, che nel Partito hanno militato per anni, svolgendo anche ruoli di direzione, e con i quali non si sarebbe voluto giungere a questo punto. Comunque riteniamo opportuno, di fronte alla ricostruzione dei fatti resa pubblica da Zona Rossa, fare alcune doverose precisazioni:

a) il gruppo dirigente della Federazione ha preso conoscenza delle richieste di Zona Rossa alla metà di dicembre 2008; tali richieste ammontavano a circa 75.000 euro, in un’unica fattura risalente a maggio 2008, per affissioni di manifesti avvenute tra il 2006 e il 2008, in particolare e soprattutto durante la campagna elettorale per la Sinistra Arcobaleno. Presa conoscenza della situazione la segreteria ha contattato Zona Rossa, e in un incontro ha informato un suo rappresentante dei seguenti punti:

1) la Federazione versava in condizioni economiche disastrate e non era in grado di far fronte al debito;
2) che in ogni caso riteneva necessario verificare quanto di quel debito fosse effettivamente della Federazione e quanto invece riguardasse altre forze politiche della Sinistra Arcobaleno o singoli candidati della lista;
3)se da una analisi della confusa e caotica amministrazione uscente fosse possibile verificare pagamenti parziali già effettuati, per le affissioni svolte in quel periodo;
4) la presentazione da parte di Zona Rossa della documentazione che certificasse in modo più preciso i rapporti di committenza con la Federazione:
5) che una volta chiariti questi aspetti sarebbe stato possibile definire un piano di rientro.

Ecco la prima patetica, enorme, cazzata. La segreteria non ha mai telefonato (ribadiamo mai) a nessun compagno di Zona Rossa, non ha mai chiesto (fino al 17 maggio) nessuna lista dei manifesti per fare dei controlli (lista che comunque è a disposizione della Federazione da meta marzo 2008) nè ha mai prospettato nessun piano di rientro. Anche perchè se questo fosse stato vero lo avremmo accettato al volo così come scritto anche nella nostra lettera aperta.

b) Questo primo incontro avveniva nei giorni immediatamente successivi l’’insediamento della segreteria, intorno al 20 dicembre 2008; nelle settimane e nei mesi successivi le richieste di Zona Rossa, accompagnate da minacce di citazione in tribunale vennero reiterate, così come venivano reiterate le risposte della Federazione. Durante tutto questo periodo Zona Rossa, non presentava alcuna documentazione a supporto delle sue richieste e continuava a lavorare per il Nazionale, senza che la Federazione in alcun modo ostacolasse tale rapporto.

Non c’è stato nessun incontro ma una chiacchierata informale tra il nuovo responsabile dell’organizzazione (solo lui e nessun altro) e un compagno della cooperativa su espressa e insistita richiesta di quest’ultimo. Durante questa chiacchierata Claudio Ursella ha detto che parte di quei soldi non li avremmo mai più ripresi e ci ha anche informato che la federazione non avrebbe più stampato manifesti. Siamo lieti di notare comunque come la segreteria della Federazione abbia cambiato versione rispetto alla precedente litania. Ora ammette che prima dell’ingiunzione c’è stata una chiacchierata (oltre a diverse mail, numerose telefonate ed una lettera della avvocato a cui non si è degnata neanche di rispondere) e che la nostra azione non è avvenuta “a freddo”.

c) A marzo la Federazione veniva a conoscenza di una citazione in giudizio per debiti datata 29 dicembre 2008, una sola settimana dopo il primo incontro. A questo punto la segreteria prendeva atto che Zona Rossa, mentre a parole chiedeva una soluzione concordata del contenzioso, nei fatti, da oltre due mesi, aveva ritenuto di doversi rivolgere in Tribunale, citando in giudizio la Federazione di Roma del PRC.

Anche qui una piccola ma significativa cazzata. Il provvedimento è stato notificato i primi di aprile (e vabbè questo passa) ma nel frattempo noi abbiamo continuato a chiedere un incontro col segretario che non ha mai trovato il tempo neanche per rispondere alle mail ( che comunque abbiamo conservato). Solo dopo la notifica dell’ingiunzione e sempre dopo una nostra chiamata il segretario della federazione ha accettato di incontrarci. l’incontro è avvenuto il 17 aprile nei locali della federazione. Anche qui notiamo con piacere una parziale rettifica di quanto fino ad oggi affermato pubblicamente dalla federazione romana del PRC. Zona Rossa non ha citato Giuseppe Carroccia, ma la federazione Romana. Così la smettiamo con la pantomima del povero ferroviere che rischia lo stipendio. Gli unici ad aver perso lo stipendio rimaniamo noi.

d) Verificata l’’inevitabilità di un confronto sul piano legale, la Federazione dava mandato a suoi legali, di fare opposizione alla citazione di Zona Rossa, al fine di evitare il pignoramento della sede e il blocco del conto corrente; contestualmente i legali della Federazione prendevano contatti con i legali di Zona Rossa, per verificare la possibilità di una transazione ed evitare l’’inizio di un procedimento civile; dopo un rinvio per problemi tecnici dell’’incontro fra i legali per discutere la possibilità di una transazione, Zona Rossa dava inizio alla sua campagna diffamatoria, approfittando della massima esposizione del Partito durante la campagna elettorale e con modalità sostanzialmente ricattatorie.

Qui prendiamo un po’ più di spazio perchè la gestione della vicenda è paradigmatica della qualità umana prima ancora che politica dei soggetti in campo. Durante la riunione del 17 maggio abbiamo fatto presente a Giuseppe Carroccia che nessuno di noi pretendeva di avere tutto e subito ma volevamo almeno un piano di rientro certo, fatto di date e cifre scritte nero su bianco anche se dilazionate nel tempo. La risposta è stata che questo non era possibile e che dovevamo accontentarci di un “quanno ce l’ho ve li do, mo nun ce l’ho e non vi pago”. In quell’occasione Carroccia ci ha prospettato anche il suo brillante progetto economico per rimettere in sesto le casse del partito: coi soldi delle tessere ci facciamo politica, coi soldi della festa ci paghiamo i dipendenti e con i soldi degli istituzionali ci paghiamo i debiti che, compreso il vostro, ammontano a 500000 euro. Ora dal momento che Rifondazione non ha rappresentanti istituzionali (tranne un consigliere regionale) capite bene che è alquanto surreale pensare di ripianare in questo modo i debiti. Sarebbe stato più razionale dirci di giocare tutte le settimane al superenalotto. Siamo comunque usciti da quella riunione con l’impegno di rivederci alla presenza anche degli avvocati, in quell’occasione noi avremmo riportato la nota spesa già presentata e in possesso della federazione dall’aprile del 2008 con la lista dei manifesti attaccati. Abbiamo atteso invano una telefonata che convocasse la nuova riunione ma nessuno ha mai contattato a tal proposito nè noi nè il nostro avvocato. Invece il giorno prima che scadessero i termini legali e senza nemmeno quella telefonata proforma che si usa tra colleghi come gesto di cortesia, il legale della federazione ha presentato l’opposizione che abbiamo pubblicato e commentato in questo blog. Una volta venuti a conoscenza che c’era stato tolto il lavoro (anche su questo scriveremo un apposito post) abbiamo chiamato Carroccia che ci ha prospettato la volontà da parte della federazione di trovare il modo di saldarci. Se questa affermazione corrispondesse al vero o se si trattasse invece di un tentativo di evitare che lo scandalo scoppiasse sotto elezioni, saranno gli accadimenti dei giorni successivi a chiarirlo. Ma andiamo con ordine. Carroccia ci dice di volerci incontrare lunedì 11 maggio. Noi chiamiamo il nostro avvocato e lo avvisiamo dell’appuntamento. Il lunedì mattina chiamiamo Carroccia per chiedergli dove dovremmo fare l’incontro e lui ci risponde che il loro avvocato quel giorno non può, bisogna spostare a mercoledì. Ritelefoniamo al nostro avvocato e spostiamo l’appuntamento. Mercoledì mattina facciamo una nuova chiamata e questa volta Carroccia ci didice che il loro avvocato non può incontrarci prima di una settimana. A quel punto la cosa inizia a puzzarci e quindi chiediamo al nostro legale di contattare direttamente quello della federazione per mettersi d’accordo fra loro. E qui c’è la prima “sorpresa”, il loro avvocato (contatto dal nostro il pomeriggio di giovedì 14) afferma perplesso di non essere stato mai informato dai suoi assistiti dei precedenti ipotetici appuntamenti e si rende comunque disponibile per lunedì 18 alle ore 17 nei locali della federazione di Roma. Venerdì 15 nel corso della mattinata chiamiamo Carroccia (da notare che abbiamo telefonato sempre e solo noi) che, prima di farci parlare e ignorando il fatto che i due legali si erano già accordati, ci racconta (inventandoselo di sana pianta) di aver parlato con il proprio avvocato ma che purtroppo prima di 10 giorni non si potrà fare l’incontro. A quel punto è chiaro il tentativo di prendere tempo, quello che ci interessa però è essere pagati per cui lo informiamo che un appuntamento c’è già e lui imbarazzatissimo (almeno per ora) è costretto a confermarlo. Venerdì pomeriggio il nostro avvocato chiama il loro per accordarsi sugli ultimi dettagli ma si sente rispondere che i suoi assistiti lo avevano finalmente contattato e che gli avevano comunicato che non si sarebbero presentati prima di altri 10 giorni. E’ a questo punto che perdiamo definitivamente la pazienza perchè è ormai evidente che da parte della federazione non c’è alcuna volontà di risolvere pacificamente la questione, ma solo il tentativo di evitare che la verità esca prima delle elezioni. Pochi minuti dopo aver ricevuto la notizia dell’ennesimo rinvio abbiamo telefonato a carroccia e gli abbiamo comunicato che avremmo reso pubblica la vicenda. Evidentemente non ci ha presi sul serio ed ora ne paga le conseguenze.

e) Per ben comprendere la complessità della vicenda va inoltre considerato, che uno dei soci di Zona Rossa, faceva parte del gruppo dirigente al tempo della campagna elettorale 2008, durante la segreteria del compagno Massimiliano Smeriglio oggi esponente di Sinistra e Libertà; l’’incarico svolto dal socio di Zona Rossa era quello di responsabile delle Comunicazioni, responsabile quindi anche delle affissioni, e committente della stessa cooperativa di cui era socio.

Qui si raggiunge la vera e propria infamità. Neanche troppo velatamente si sostiene che un compagno di Zona Rossa avrebbe svolto il ruolo di responsabile e propaganda durante la campagna elettorale 2008 autocommissionandosi i manifesti. Questo oltre che falso è, appunto, da infami perchè ci si accusa di aver speculato sulle casse della federazione alludendo al fatto che tutto questo sia avvenuto in combutta col precedente segretario della Federazione. Ora, nessun compagno di Zona Rossa ha mai fatto parte neanche del Comitato Politico Federale sotto la segreteria Smeriglio, figuriamoci del gruppo dirigente (basta verificare). La verità è che un nostro compagno ha prestato per mesi e gratuitamente la sua attività di grafico senza mai aver voce in capitolo nella ideazione e realizzazione di alcunchè. Tale rapporto si è interrotto nel luglio 2007 a seguito della rottura dei rapporti personali e politici tra lo stesso e l’ex responsabile organizzazione della federazione.

L’’epilogo di questa vicenda spiacevole, è il tentativo di colpire il Partito nel momento del suo massimo sforzo per dare una prospettiva ed un futuro alle aspirazioni di tanti militanti della sinistra che quotidianamente si impegnano con sacrificio in una difficile e importantissima campagna elettorale.
Nell’’esprimere piena solidarietà al segretario della Federazione di Roma Giuseppe Caroccia e al segretario nazionale Paolo Ferrero, vittime della campagna calunniosa, confidiamo che l’’impegno quotidiano dei tanti militanti che lavorano per il successo della lista comunista e anticapitalista, sarà la migliore risposta ai tentativi di infangare l’immagine del Partito e dei suoi militanti.

il responsabile organizzazione

Claudio Ursella http://www.rifondazionenonpaga.net

Comunisti? anticapitalisti? Ognuno potrà farsi la propria idea. Certo è che se pensano di fermarci con questi mezzucci continuano a dimostrare di non aver capito nulla, Zona Rossa rilancia e prosegue la sua lotta contro l’ipocrisia e l’infamità.

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