C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

La conferenza delle regioni boccia il decreto correttivo al testo unico sulla sicurezza sul lavoro



29 aprile 2009. Parere negativo nei confronti del decreto correttivo elaborato dal ministro Sacconi. Solo la Lombardia lo promuove. Il governatore dell'Emilia Romagna, Vasco Errani: "Il provvedimento propone un sistema di controlli non credibile". Il responsabile del welfare: "Ma noi andiamo avanti"

ROMA - La conferenza delle regioni boccia il decreto correttivo al testo unico sulla sicurezza sul lavoro, elaborato dal ministro del Welfare Maurizio Sacconi, all'interno della delega del provvedimento varato dal governo Prodi. Il parere negativo, a quanto si apprende, è stato condiviso da tutte le regioni con l'esclusione della Lombardia.

Secondo il governatore dell'Emilia Romagna, Vasco Errani, le critiche si sono concentrate su due punti: gli articoli 2 bis e 10 bis. "Il primo mette in discussione le competenze delle Regioni e propone un sistema di controlli non credibile", afferma Errani. "Con il secondo, con un eccesso di interpretazione della delega, si costruisce un sistema che di fatto mette in discussione responsabilità anche precedenti come nel caso del processo Thyssen, che si troverebbe in una situazione difficile".

Su questi punti le Regioni hanno nei giorni scorsi proposto all'esecutivo delle modifiche che non sono state accolte. L'assessore al Bilancio della Regione Lombardia, Romano Colozzi, spiega la posizione fuori dal coro. "Pur essendoci alcune criticità che si potevano precisare meglio", sostiene, "ci sembra che il provvedimento complessivamente non meritasse una bocciatura".

Immediata la risposta di Sacconi. "Andiamo avanti, ovviamente", ha replicato il ministro. "Le Regioni di centrodestra si esprimeranno in modo diverso". Secondo il rappresentante del governo il parere negativo della Conferenza si qualifica come una posizione "più politica" che di merito. Sulle obiezioni Sacconi precisa, inoltre, che la definizione del ruolo degli enti bilaterali "è uno dei punti di maggior condivisione con le parti sociali".
fonte inail

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