C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

Immagine
    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Regolamentazione del diritto di sciopero Linee guida per la definizione del disegno di legge delega

Il Consiglio dei Ministri del 17 ottobre 2008 ha esaminato le linee guida per la consultazione delle parti sociali su un disegno di legge-delega predisposto dal Ministro Sacconi che contiene i principi e criteri direttivi per la regolamentazione e prevenzione dei conflitti collettivi di lavoro e per garantire il buon funzionamento del sistema di relazioni industriali.

La consultazione si svolgerà con le organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori, comparativamente più rappresentative al fine di dare piena attuazione all'articolo 40 della Costituzione e con l'obiettivo di realizzare, in tutti i settori produttivi e con particolare riferimento ai servizi pubblici essenziali, un migliore e più effettivo contemperamento tra esercizio del diritto di sciopero e salvaguardia dei diritti della persona e della impresa costituzionalmente tutelati.

Linee guida:

A) Esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali. I principi e criteri direttivi contemplano:

* l'aggiornamento e la revisione dei servizi essenziali con particolare riferimento ai servizi strumentali e ai servizi oggetto di esternalizzazioni;
* la previsione dell’istituto del referendum consultivo preventivo obbligatorio tra i lavoratori delle categorie interessate in caso di proclamazione di sciopero e della dichiarazione preventiva di adesione allo sciopero stesso da parte del singolo lavoratore per avere piena conoscenza del grado di consenso e di partecipazione effettiva e quindi di funzionamento dei servizi;
* la previsione dell’istituto dello sciopero virtuale. In caso di sciopero virtuale, e ferme restando le determinazioni della autonomia collettiva, le somme versate dalle parti potranno confluire in un apposito fondo con restituzione alle parti stesse in caso di raggiungimento dell’accordo sulla materia oggetto del conflitto;
* la previsione di adeguate procedure per un congruo anticipo della revoca dello sciopero al fine di eliminare i danni causati dall’effetto annuncio;- una più efficiente disciplina delle procedure di raffreddamento e conciliazione attenta alle specificità dei singoli settori;
* una disciplina specifica per lo sciopero generale in funzione della tutela delle prestazioni indispensabili e della applicazione della regola della rarefazione;- l'attribuzione di specifiche competenze e funzioni di natura arbitrale e conciliativa, anche obbligatorie, alla Commissione per le relazioni di lavoro (che prende il posto della Commissione di Garanzia) la quale potrà avvalersi, a questo fine e ferma restando l’esclusione di oneri aggiuntivi per la finanza pubblica, di strutture e personale del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali;
* un più effettivo raccordo e scambio di informazioni tra la Commissione per le relazioni di lavoro e le autorità amministrative competenti per l’adozione della ordinanza di precettazione, nonché di un potenziamento della corretta informazione all’utenza dei servizi essenziali anche attraverso le televisioni e gli organi di stampa;
* l'applicazione delle sanzioni da parte dei prefetti e non più dei datori di lavoro in modo da renderle effettive.

B) Esercizio del diritto di sciopero in ambiti differenti da quello dei servizi pubblici essenziali. I principi e criteri direttivi contemplano:

* l'individuazione, in via prioritaria nei contratti e accordi collettivi, dell’obbligo del rispetto di forme e procedure per proclamazione dello sciopero con indicazione dei motivi, della durata e del preavviso minimo;
* il divieto di forme di sciopero e di altre forme di protesta o astensione dal lavoro lesive dei diritti costituzionalmente tutelati della persona ovvero dirette a recare un danno irreversibile all’impresa;
* l'istituzione di un sistema di sanzioni, adeguate e proporzionate alla gravità della infrazione, che, nel caso di sanzioni comminate al soggetto proclamante o all’impresa che adotta comportamenti sleali, andrà ad alimentare il Fondo per l’occupazione di cui all’articolo 1, comma 7, del decreto-legge 19 luglio 1993, n. 148, convertito con modificazioni dalla legge 19 luglio 1993, n. 236.

L'esercizio delle deleghe di cui ai commi che precedono potrà essere orientato da un avviso comune reso al Governo da parte delle associazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale.

Commenti

Post popolari in questo blog

Una storia per bambini della scuola primaria nella giornata Mondiale della Gentilezza

Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione?

Bruxelles e le vetrine hot